Il film

Un documentario on the road alla ricerca della Cura: incontri, visioni e utopie di chi ha bisogno di cura e di chi con la cura ci lavora.

NOTE AUTORIALI

CareSeekers - in cerca di cura  racconta il complicato e intenso rapporto tra chi ha bisogno di cura e chi della cura ne ha fatto il proprio lavoro. Una dinamica piena di tensione e  frustrazioni, in bilico tra bisogni e desideri che non trovano soddisfazione e causano conflitto, e, nella maggior parte dei casi, un peggioramento delle condizioni di salute, fisiche e psicologiche, di entrambe le parti. La causa di questo conflitto è un sistema che ha come obiettivo il profitto e non il benessere delle persone. Sembra essere ormai chiaro: il nostro welfare non funziona.

La cura è, secondo noi, una postura e non un ambito specifico dell’esperienza umana. Data  la vastità del tema, abbiamo deciso di concentrare la nostra narrazione del bisogno di cura sull’anzianità, una fase cruciale della vita, che troppo spesso viene rimossa dall’immaginario collettivo perché si associa al decadimento del corpo e della mente, o peggio, alla morte. Ciò che invece spesso si tende a dimenticare, quasi a voler inconsciamente rimuovere,  è che prima o poi tutte e tutti diventeremo vecchi/e, avremo bisogno di cure… E chi si prenderà cura di noi? E allora forse vale la pena fermarsi un attimo e pensare, se non darci delle risposte, almeno farci delle domande, insieme, nella collettività.

Lo svolgimento di CareSeekers - in cerca di cura è tematico e si snoda attraverso le principali esperienze di cura per quanto riguarda l’anzianità: la famiglia, rappresentata di solito dai figli e ancora di più dalle figlie; l’assistenza domiciliare caratterizzata perlopiù da donne straniere costrette ad emigrare per ragioni economiche, meglio note come badanti; le temute e contraddittorie case di riposo. La progressione dei capitoli evidenzia la struttura del sistema di cura che parte dal nucleo familiare per arrivare alle possibilità più strutturate ed esternalizzate, che però sembrano non essere più delle soluzioni sostenibili. Ed è qui che si inserisce il quarto capitolo, che si potrebbe riassumere nella parola utopie: cohousing, comunità autogestite, modelli alternativi di caregiving.

Ognuna di queste esperienze è raccontata con le parole e il corpo di chi l’attraversa: storie personali di vita quotidiana mostrano luci e ombre del lavoro di cura.

Teresa Sala e Tiziana Francesca Vaccaro

NOTE DI REGIA

Il film  è un viaggio nel mondo della cura che si struttura come un viaggio vero e proprio in cui ai due protagonisti iniziali, si aggiungono man mano le altre protagoniste della storia. Vanni e Natalia sono una coppia di anziani che, dopo anni di caregiving alle loro madri e con l’ipovedenza di Natalia in progressivo peggioramento, hanno iniziato ad interrogarsi sul loro futuro, consapevoli di non avere figli che si potranno prendere cura di loro e che quello che offre il sistema non non va bene.

Natalia, donna combattiva e passionale, ha dato vita ad un laboratorio di autocoscienza sulla cura insieme ad altre donne del suo paese natale, Fabbrico (RE). Il gruppo ha iniziato a incontrarsi nel 2019 e prosegue il suo lavoro di condivisione e di produzione politica, nonostante la pandemia. Sono tutte donne anziane, sono tutte donne che si sono occupate della cura dei propri familiari. Hanno un obiettivo comune: far sapere al mondo là fuori che ciò che viene offerto agli anziani, a loro non basta. Desiderano di più e di meglio. I loro incontri, i loro scambi, spesso accesi, punteggiano tutto il film commentando i singoli capitoli. Sono come un coro, mutuato dal modello della tragedia greca: attraverso un impianto dialogico, rafforzano e ampliano i temi trattati nei singoli episodi, aggiungono prospettive e dettagli, aiutano ad incanalare ogni storia, seppur personale, nella visione globale.

Il primo capitolo racconta l’esperienza di caregiver di Natalia e Vanni: attraverso le fotografie di famiglia, inizia il racconto del percorso di cura che ha caratterizzato gli ultimi anni di entrambi con le rispettive madri.

Il secondo capitolo racconta la storia di Vasilica, badante rumena che vive e lavora nella casa di Miranda, ultranovantenne con demenza senile. Le due donne vivono strette nella piccola casa in un quartiere residenziale di Milano.

Il terzo capitolo è dedicato alla vita quotidiana delle oss e delle ospiti insieme nella casa di riposo Villa Antonietta della Fondazione Biffi, situata nel quartiere Lorenteggio di Milano.

Il quarto capitolo vede protagoniste un gruppo di donne proveniente da varie parti d’Italia che si ritrova a sperimentarsi nella vita comunitaria a Siniscola nella provincia di Nuoro, in Sardegna. In questa storia il contesto paesaggistico assume un ruolo importante proprio perché nella cura anche il luogo in cui si vive  ha un valore .A far da cornice alle storie, un surreale viaggio in macchina ambientato nella campagna reggiana. Ad ogni capitolo una delle protagoniste sale sulla vettura e si aggiunge al variopinto gruppo, alla ricerca di un luogo indefinito di cui non è facile trovare la strada. Così come non lo è muoversi nell’intricato e complesso sistema di cura dentro cui si rimane tutti un po’ imbrigliati.

Teresa Sala

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